Pulsàno
(Puzànu o Pusànu in dialetto salentino) è un comune italiano di 11.163 abitanti
situato nella parte salentina della provincia di Taranto, in Puglia, ed è il
maggior centro dell'unione di comuni "Terre del Mare e del Sole".
Pulsano è un comune costiero: il territorio comunale, infatti, è bagnato dal
Mar Ionio e si affaccia sul Golfo di Taranto con una costa di 7,5 km circa. Il
paesaggio è caratterizzato da viti e ulivi secolari. È, ad oggi, il più antico
insediamento rinvenuto sul Golfo di Taranto[2]. Dopo l'epoca preistorica e dopo
le dominazioni di greci (fece parte della Magna Grecia) e romani, conobbe
l'egemonia di francesi e spagnoli, che ne hanno condizionato, come in tutto il
Salento, la lingua. Le principali risorse economiche sono l'agricoltura e il
turismo.
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Posizione Geografica nella Provincia |
Pulsano
sorge nella parte salentina della provincia di Taranto, 20 km a sud-est dal
capoluogo, in un'area pianeggiante compresa fra le Murge Tarantine, il Mar
Ionio e il Tavoliere di Lecce. L'escursione altimetrica del territorio comunale
è di 44 metri s.l.m. e il centro storico sorge ad un'altitudine di 37 metri.
Comune costiero, sebbene il centro abitato disti circa 2 km dal mare, ha una
costa frastagliata e ricca di piccole penisole (le "Sette Punte"),
che formano a loro volta baie sabbiose. La marina un tempo ricca di
vegetazione, dopo l'intensa urbanizzazione cui è andata incontro nel XX secolo
si presenta ampiamente cementificata. Tra le aree naturali di pregio c'è la
grande area boscata del "Bosco Caggione", che degrada sino a ridosso
del mare. Quest'area, tuttavia, non è sopravvissuta a fenomeni urbanizzativi,
avendo sofferto sin dagli anni settanta di un massiccio abusivismo di villette
e seconde case, in parte sanato legalmente, che ne ha fortemente modificato il
profilo naturalistico.
Confini
Il
territorio comunale di Pulsano è delimitato a sud dal mar Ionio e confina a
ovest e sud-ovest con Leporano, a nord-ovest con Taranto (tramite la frazione
San Donato), a nord e nord-est con Faggiano e con la sua frazione San
Crispieri, a est e sud-est con un'isola amministrativa del comune di Taranto
(alcune zone della quale, come ad esempio i territori di Monticchio,
Calapricello e Lido Checcha, sono in agro di Pulsano; altre zone sono in agro
di Lizzano) che lo separa dal comune di Lizzano.
Spiagge
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Spiagge di Pulsano |
L'area
della Marina di Pulsano è caratterizzata da un alternarsi di scogliere e cale
sabbiose, le principali sono Luogovivo, La Fontana, Le Canne, Montedarena,
Ospedale Capparone (o Villa Verde), Pezzarossa, Serrone, Lido Silvana (nel cui
golfo è presente un isolotto scoglioso, raggiungibile anche a nuoto, e sulla cui
spiaggia sono presenti ancora, seppur in minor numero rispetto al passato,
esemplari di ginepro coccolone che pongono le loro radici tra la sabbia),
Terrarossa e Lido Checca (ricadente in parte nella suddetta exclave del Comune
di Taranto).
Idrografia
Il
territorio comunale è attraversato da due modesti corsi d'acqua di natura
sorgiva a carattere temporaneo: il canale Trigna, canalizzato nel tratto che
attraversa il quartiere omonimo da cui sorge, sfocia in località La Fontana; il
secondo corso d'acqua nasce alle spalle del Bosco Caggione e, passando
attraverso esso e sotto la Litoranea Salentina, sfocia presso la spiaggia di
Lido Silvana, antistante il bosco stesso. La risorgiva da cui sgorga
quest'ultimo corso d'acqua è nota e riportata sulle carte dell'Istituto
Geografico Militare con la denominazione di "Sorgente Cannedde".
Clima
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Clima |
L'inverno
è generalmente mite e piovoso ma non sono infrequenti le irruzioni di aria
fredda da nord (la cosiddetta "sirratina" delle ballate locali) e
da est, che di rado arrecano precipitazioni nevose. Molto calda ed afosa
l'estate, con valori che spesso raggiungono, e a volte superano, i 40 gradi. Le
precipitazioni in estate sono rarissime.
Classificazione
climatica:
zona C
Sismicità
Classificazione
sismica: zona 4 (sismicità molto bassa).Storia
Storia
Per
approfondire, vedi le voci Storia della Puglia e Storia del Salento.
Le origini del
toponimo
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Pulsano Toponimo |
Vi
sono numerose ipotesi circa il toponimo "Pulsano", nato probabilmente
in epoca romana o medioevale. L'ipotesi più accreditata sostiene che il termine
"Pulsano" deriva da “ab insigni abitantium pulsu”, cioè dal polso
forte degli abitanti, o da antichi tornei di polso sano (attualmente conosciuto
come "gioco del braccio di ferro") che nobili e benestanti
organizzavano in varie occasioni, come Natale, Pasqua o, a volte, nei periodi
di vendemmia e mietitura, tra i soldati e i cittadini più forti. Inoltre sembra
che l'uso di giocare al gioco del polso sia ancora più antico: si sostiene,
infatti, che quando i greci approdarono in queste zone, già dai tempi della
Magna Grecia, gli abitanti locali praticavano già questo gioco che, in seguito,
nei secoli, fu praticato anche dai legionari pulsanesi per combattere la noia
(tuttora in estate, durante la manifestazione "Polso Sano" si svolge
un torneo di braccio di ferro tra i rioni pulsanesi per mantenere viva questa
tradizione).
Un'altra ipotesi è che il toponimo derivi dal nome latino
Publicianus (o Plautius), uno dei patrizi romani che fece di questa località la
sua residenza estiva (il nome del patrizio potrebbe anche essere stato
Publicius che, con il suffisso -anus, che indica appartenenza, avrebbe dato il
nome di "proprietà di Publicius" a questa terra). Anche secondo
un'altra congettura furono i romani a chiamare il villaggio locale
"Pulsanus"; prova di ciò è la frase "militis a pulsu Pulsanus
dictus ubique" che indicava un eventuale presidio a difesa della marina o
di Taranto. Il nome Pulsanus deriverebbe da "pulsus" (spingere,
respingere) o "puls" (polso, inteso come forza, vigore), entrambi
seguiti dal suffisso "-anus" (che riguardo alle città, indica
possesso e, in questo caso, "Pulsanus" indicherebbe "della
respinta" o "della forza"). Ancora, bisogna dire che il nome
Pulsano potrebbe derivare da Pule, la porta dell'estrema zona a nord
dell'abitato pulsanese (nell'attuale piana della contrada Stigliano) dove
venivano impiccati i disertori. Un'ulteriore teoria sostiene che il nome della
città sia da cercare nel nome latino fulix, folaga, in quanto il luogo in cui
sorge attualmente il paese un tempo era una località paludosa, abitata appunto
da folaghe. Dal nome fulix è derivato, sempre con il suffisso -anus citato in
precedenza, il nome fulcianus, con cui si indicava il luogo delle folaghe. Per
ragioni legate al dialetto, la f di fulcianus venne trasformata in p, divenendo
Pulcianus e poi, per traslazione, la località divenne Pulsanus. Infine,
altri sostengono, invece, che l'attuale nome Pulsano sia nato almeno nel 1409,
prima data utile in cui si ha prova dell'esistenza del termine
"Puluetzanon", indicante la zona corrispondente all'attuale Pulsano.
Nel 1409, infatti, le terre di Puluetzanon furono lasciate da Gemma, vedova di
un funzionario bizantino di Taranto, ai nipoti.
Da precisare che più volte, nei
vecchi testi, Pulsano è ricordata con il nome di "Pulzano", dalla
quale derivano probabilmente i termini "puzanese" e
"puzanisi", per definire gli abitanti del posto.
Età antica
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Torre Castelluccia Pulsano |
Fra
il 1948 e il 1952 sull'altopiano della Castelluccia, vicino Lido Silvana,
presso il litorale di Pulsano, è stato scoperto il più antico insediamento
preistorico finora messo alla luce sul Golfo di Taranto, risalente al XVI secolo a.C. e collocabile
nell'età del bronzo[11]. I ritrovamenti dimostrano che gli abitanti di tale
insediamento erano pescatori dediti anche all'agricoltura e avevano consolidate
tradizioni culturali e religiose. Con l'arrivo di nuove popolazioni, fra l'XI e
il X secolo a.C. la stessa area ospitò un nuovo insediamento, più precisamente
nella limitrofa Lido Silvana, presente poi anche in epoca magno-greca e romana.
Già prima che le coste della penisola italica entrassero nella sfera
d'influenza delle poleis greche (conosciuta come Magna Grecia), il villaggio
intratteneva rapporti commerciali con i popoli dell'Egeo come attestato dai
numerosi ritrovamenti di ceramiche micenee. Il porto di Pulsano, però, non è
stato mai ritrovato perché probabilmente sommerso; alcune tracce nello specchio
d'acqua antistante Lido Silvana, però, farebbero pensare al ritrovamento dello
stesso e sono attualmente allo studio e alla base, assieme alle strutture
rilevate sulla terraferma, di un progetto museale e di parco archeologico;
questo permetterà di stabilire con maggiore precisione il ruolo di Pulsano e
del suo porto anche nelle successive epoche magno-greca e romana. Significativa
anche la produzione ceramica locale, in particolare dei dolii, una sorta di
giare analoghe a quelle diffuse negli insediamenti dell'Italia meridionale del
bronzo finale, che avevano decorazioni di tipo egeo, miceneo e sub-miceneo.
Sempre in epoca antecedente a quella magno-greca, qui sbarcarono gli Iapigi
(qui in Salento chiamati Messapi), che non occuparono Pulsano, con la quale
intrattenevano alleanze e rapporti commerciali. Intensa era l'attività
commerciale, che fu anche alla base di numerosi conflitti dopo l'arrivo degli
spartani che riuscirono a farsi spazio sulla costa a nord di Pulsano sottraendo
ai messapi prima l'altopiano di Saturo, fondando l'omonima città, e poi il
territorio dove avrebbero successivamente eretto Taranto. L'alleanza tra Pulsano,
Saturo e messapi (stanziati nell'entroterra, dalle parti di Manduria e Oria) si
oppose per diversi anni a Taranto, alleata a sua volta con gli Iapigi del
centro-nord Puglia, ovvero Peucezi e Dauni. Dopo l'iniziale sconfitta, i
pulsanesi, i messapi e gli abitanti di Saturo riuscirono, dopo 30 anni di
sottomissione, a costringere i tarantini ad arretrare il loro campo d'azione
fino alla loro isola. Dopo numerose lotte, susseguitesi ancora negli anni, si
arrivò ad un'alleanza: Pulsano fu ridimensionata (diventando probabilmente un
insediamento a difesa di Taranto) ed annessa così alla Magna Grecia mentre
Saturo scomparve; entrambe le località, inoltre, diventarono sede di residenze
estive di nobili tarantini. Si arrivò all'alleanza in quanto incombeva sulla zona
la minaccia di Roma, che comunque riuscì, successivamente, a comprenderla nella
propria sfera d'influenza. Il re dell'Epiro, Pirro, si servì del porto di
Pulsano per sbarcare, con le sue truppe, a difesa della zona in questo periodo.
Successivamente, sulla costa sorsero numerose villae romane, alcune delle quali
tuttora visibili (come quella di Lido Silvana), in quanto i Romani, come
precedentemente i Greci, fecero di Pulsano località di villeggiatura, godendo
del mare e del vino locale. Nella zona marina, oltre al villaggio preistorico
della Castelluccia con le sue necropoli con tombe "a grotticella"
(ricavate cioè in piccole grotte, nel bosco retrostante) e al successivo
insediamento di epoca magno-greca e romana di Lido Silvana con annessi resti di
una villa romana (o, si pensa, di una struttura portuale) e di un mosaico
romano scoperto casualmente nel 1964 da turisti tedeschi, sono stati ritrovati
resti di due navi (una romana e l'altra, si presume, greca) e di una necropoli
di mammuth, sempre nei pressi dei predetti insediamenti. Da ricordare anche
Aulonia (che, secondo alcuni ritrovamenti, sorgeva nell'attuale località
Luogovivo, sulla costa pulsanese) famosa per il suo vino ma della quale,
tuttora, si sa ben poco. Infine, alcuni ritrovamenti nell'entroterra, nella
zona ovest del paese, hanno attestato la presenza di un villaggio risalente
alla preistoria, più precisamente al periodo del neolitico (intorno al
4000-6000 a.C.), in epoca antecedente rispetto ai suddetti villaggi sul mare.
Medioevo
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Medioevo |
Nell'entroterra,
il castello, inizialmente formato dalla sola Torre Quadrata (o Torre Massima)
che attualmente si affaccia su Piazza Castello, era adibito a tenuta di caccia.
Nel 1100 la popolazione locale, probabilmente spinta dalle continue scorribande
dei pirati, si spostò dalla costa verso l'interno e trovò rifugio dapprima
nella zona corrispondente all'attuale rione Scorcora (ove vi sono grotte
sotterranee) e poi nell'allora unica torre del castello, non visibile dalla
costa. Proprietà di diverse famiglie durante gli anni, il castello "De
Falconibus" prende il nome dalla famiglia che lo ha ampliato e portato
alle dimensioni attuali (a volte ricordata come "delli falconi" o
"de li falcuni"). Nel 1326 Renzo De Falconibus morì durante la difesa
di Pulsano da un assalto in un tratto di costa che da allora si chiama
Terrarossa, in ricordo del sanguinoso evento. Nel 1480 le truppe pulsanesi,
capitanate da Giovanni Antonio Delli Falconi (figlio di Marino, colui che portò
il castello all'attuale stato), partecipò alla spedizione ad Otranto per
difendere il Salento dagli attacchi dei turchi.
Giovanni Antonio Delli Falconi
fu incaricato dal re di Napoli, assieme al tarantino Francesco Zurlo, di
prendere il comando della situazione ad Otranto. Dopo aver tentato di
affrontare la minaccia turca (numericamente eccessivamente superiore) e dopo
aver tentato di trattare la pace, i 2 capitani decisero di chiudere la
cittadinanza in città e tentare la resistenza. Dopo 2 settimane, Otranto
cedette e i turchi la conquistarono. Tra i tantissimi morti vi furono anche i
40 soldati pulsanesi, compreso il rampollo De Falconibus (a cui successe suo
fratello Cosimo, o "Cosma", De Falconibus; l'altro fratello,
Raffaele, era ambasciatore degli aragonesi in Francia). La città fu liberata
solo un anno dopo, l'8 settembre 1481, giorno in cui a Pulsano si festeggia la
Madonna dei Martiri, in ricordo dei pulsanesi morti lì. Sempre nel 1481, il già
gravemente malato sultano ottomano Maometto II fece recapitare, prima della sua
morte, una statua della Madonna dei Martiri al castello di Pulsano in onore al
gesto eroico compiuto dai pulsanesi ad Otranto; quella statua è ancora onorata
e portata in processione oggigiorno assieme a quella di San Trifone durante i
festeggiamenti per le festività patronali. Nel 1980 le autorità pulsanesi
incontrarono quelle otrantine per ricordare i martiri di quell'epica vicenda.
Ad Otranto, nel centro storico, vi è inoltre una via intestata a Giovanni
Antonio Delli Falconi, di fronte ad una via intestata all'altro capitano, il
tarantino Francesco Zurlo. Sul finire del XVI secolo gli spagnoli edificarono
una torre di avvistamento costiera denominata "Torre Castelluccia",
sull'altopiano che porta lo stesso nome. Questa torre, insieme alle altre fatte
edificare dagli spagnoli, fu costruita come difesa dall'incombente rischio di
invasioni saracene. Fece parte dell'Impero Bizantino (VI-XII secolo d.C.) e
successivamente del Principato di Taranto all'interno del Regno di Sicilia (XII
secolo - 1262) prima e del Regno di Napoli (1262-1816) poi.
Età moderna e
contemporanea
Terra
d'Otranto
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Moderna |
Nel
1647 la popolazione si rivoltò contro i Muscettola (che nel 1617 avevano
acquistato il feudi di Pulsano e della contigua Leporano) per le alte imposte;
questo evento è noto, nei libri di storia locale, come "rivoluzione
pulsanese". L'epidemia di peste del 1656 ridusse significativamente la
popolazione. I violenti terremoti del 5 agosto 1742 e del 20 febbraio 1743
furono probabilmente la causa del definitivo abbandono degli insediamenti
costieri (in mare vi sono tracce di vecchie pavimentazioni). Tra il Settecento
e l'Ottocento nei territori di Pulsano e Leporano si sviluppò notevolmente la
cotonicoltura; in questo periodo sorsero molte norie (dette 'ngegne nel
dialetto locale), strutture ancora visibili dotate di impianti di sollevamento
idrico a trazione animale. Pulsano ebbe anche una propria costituzione che fu
promulgata dal principe Giovanni Antonio Muscettola spinto dagli accesi ideali
patriottici dei pulsanesi, dovuti ad un assetto carbonaro piuttosto consolidato
nella cittadina. Giovanni Giannone, sindaco per otto volte, salvò a sue spese
la cittadina dal colera, acquistando quintali di calce da spargere per tutto il
paese come antisettico.
A livello statale, passò dal Regno di Napoli al Regno
delle Due Sicilie (1816-1860) e, poi, al Regno d'Italia, l'attuale Repubblica
Italiana (1860-oggi). Con l'eversione della feudalità nel Regno di Napoli (1806),
fu istituito il comune di Pulsano, che fino al 1820 comprese anche l'abitato di
Leporano[18] Prima che, nel 1860, circondari e distretti fossero aboliti,
Pulsano faceva parte del circondario di San Giorgio all'interno del distretto
di Taranto nella Provincia di Terra d'Otranto (poi Provincia di Lecce). Nel
1923 Pulsano entrò a far parte dell'istituenda Provincia dello Jonio (dal 1951
provincia di Taranto), ricavata proprio dall'abolito distretto di Taranto.
Quando, in assemblea costituente, si stabilì per la prima volta la nascita
dell'ente "regione", la Puglia e il Salento erano divise e Pulsano
faceva parte di quest'ultima; poi, all'attuazione vera e propria delle regioni,
la regione Salento venne annessa alla Puglia (con conseguenti tentativi, negli
anni, di separazione). Il 25 giugno 2001 un incendio ha devastato 48 ettari del
Bosco Caggione di Lido Silvana, distruggendo molte abitazioni e alcuni esercizi
commerciali e colpendo l'intero settore turistico della cittadina.
Simboli
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Stemma di Pulsano |
Il
nuovo stemma cittadino differisce dal vecchio, oltre che per la rivisitazione
degli elementi interni allo scudo (che non sono cambiati, ma sono stati
ridisegnati), per la corona: non più quella a coda di rondine, caratteristica
dei comuni ordinari, ma quella turrita con 5 torri visibili, spettante ai
comuni insigniti del titolo di città. Le caratteristiche dello stemma e del
gonfalone del Comune sono le seguenti:
Lo
stemma del Comune di Pulsano è costituito da uno scudo sormontato da un'aurea
corona regale. Lo scudo illustra un cielo azzurro su campo verde sul quale
insistono tre fiori: un gladiolo giallo, un papavero rosso a centro ed una
margherita bianca. Sul papavero volteggia un'ape. Dalla parte superiore dello
scudo pendono tre ciliege.
Il
gonfalone è costituito da panno bianco ed ha la forma di un trapezio
rettangolo, il lato verticale adiacente agli angoli retti è frastagliato, a
greca, mentre il lato obliquo, opposto, è suddiviso in cinque parti uguali
dando luogo a tre greche: due laterali ed una centrale. Al centro del gonfalone
c'è lo stemma del Comune decorato ulteriormente, lungo i due laterali, da due
fronde: una di ghianda e l'altra di mirtillo, legate ai piedi da un fiocco di
nastro rosso. La corona è sormontata dalla scritta: Comune di Pulsano.
Onorificenze
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corona |
Titolo di Città
Monumenti e luoghi di interesse
Architetture
religiose
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Chiesa S. Maria La Nova Pulsano |
Chiesa
di Santa Maria La Nova, è la chiesa madre e l'unica chiesa parrocchiale
cittadina, proclamata "santuario mariano" l'11 febbraio 1948,
anniversario delle apparizioni mariane a Lourdes. Nell'interno si trova infatti
una riproduzione della grotta di Lourdes, realizzata nel 1933 (terminata l'11 febbraio
dello stesso anno) come voto del dottor Delli Ponti, che vi fu a lungo sepolto.
Tuttora, l'11 febbraio, è festa cittadina. La chiesa ha un alto campanile,
unico nella zona, inaugurato il 30 marzo 1980, realizzato, in sostituzione del
vecchio modesto campanile, per opera del parroco, don Franco Limongelli, atto a
segnalare il santuario a tutto il circondario. La struttura è stata
recentemente ristrutturata. Nella chiesa vi sono anche un cappellone in onore a
San Trifone (protettore del paese) e numerose statue, sistemate in nicchie
sopraelevate. La chiesa di Santa Maria La Nova fu costruita a partire dal 1838
(e affrescata dal Carrino) utilizzando materiali della vecchia chiesa madre di
Pulsano "Madonna del Carmine" e fu soggetta per 2 volte ad incendi:
nel 1882 e nel 1957. Nei pressi della chiesa di trova una necropoli precedente
all'istituzione del cimitero comunale a Pulsano.
Convento
dei Padri Minori o Riformati - palazzo della cultura, risale al settecento e
contiene dipinti, statue e una raccolta di pupi siciliani, che in passato
davano vita, sempre in convento, ad un presepe. Nel convento, che ha forma
quadrangolare e che ha l'entrata rivolta ad ovest, è presente un affresco
dell'ultima cena sito nel refettorio, occupante un'intera parete e dipinto nel
1727 da Giuseppe Bianco. Il convento, che inizialmente era una fortezza, si
sviluppa su due piani ed è dotato di un pozzo, che per anni ha servito la
cittadinanza pulsanese. Il convento un tempo ospitava le suore Stimmatine, ora
stanziate a Marina di Pulsano ma pronte a farvi ritorno ultimati i lavori di
ristrutturazione. Dopo la recente fase di restauro, infatti, sarà presto
riconsegnato alla cittadinanza e sembra che fungerà da contenitore per le
associazioni culturali locali. In progetto, inoltre, un museo al suo interno
che possa contenere i ritrovamenti degli insediamenti costieri pulsanesi
(quelli attualmente conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di
Taranto e quelli che potrebbero essere riportati alla luce grazie a questo
progetto) ed una sala multimediale con ricostruzioni storiche degli stessi
abitati[12]. Inoltre, vi avranno luogo manifestazioni culturari, vi sarà
trasferita la biblioteca comunale ed alcuni locali saranno adibiti a
foresteria. Sarà ripristinata, inoltre, la funzione liturgica della chiesa e
dell'adiacente sacrestia, sospese negli anni ottanta con l'avvio del restauro.
Chiesa
di Santa Maria dei Martiri, annessa al convento, fu costruita nel 1518 e
dedicata al martirio dei pulsanesi ad Otranto nel 1480 (inoltre a Pulsano si
festeggia la Madonna dei Martiri che, assieme a San Trifone, è la protettrice
del paese proprio dai tempi di quell'infausto evento). La chiesa, situata sul
lato sud del convento, ospita un'icona della Madonna col Bambino; questa icona
proviene dalla vecchia chiesa, distrutta intorno al 1100.
Chiesa
della Confraternita del SS. Sacramento (o dell'Oratorio), nel centro storico. È
dotata di un piccolo campanile e si trova accanto al luogo dov'era situata la
vecchia chiesa madre "Madonna del Carmine", ora non più presente,
sotto la quale vi è ancora una vecchia necropoli.
Chiesa
della Confraternita del Carmine (o del Purgatorio), nel centro storico. È
dotata di un piccolo campanile e qui sono conservate le statue che una volta
l'anno, durante la settimana santa, danno vita ad una processione di misteri. È
il più vecchio luogo sacro pulsanese e qui vennero benedetti i martiri
d'Otranto, nel 1480, prima di partire. Ospita la confraternita omonima che
organizza ogni anno la suddetta processione e la festa della Madonna del
Carmine, il 16 luglio. La Confraternita fu fondata nel 1687, ma già dal 1684 vi
sono tracce dell'esistenza della chiesa.
Chiesa
del Santissimo Crocifisso, con annesso orto botanico, in periferia, meta di
pellegrinaggio durante i venerdì di marzo da parte di fedeli che giungono a
piedi dai paesi vicini. Questo avviene perché una leggenda vuole che un antico
ex-soldato, che aveva in custodia la chiesa, trovò, al suo ritorno da
un'escursione a Martina Franca, un crocifisso ligneo all'interno della chiesa.
Tale crocifisso, di ignoto autore, risale al XV secolo ed è attualmente sito in
chiesetta, costruita nel 1840 sull'antica cappella quattrocentesca di San
Nicola e che, nel piazzale antistante, vi sono 7 croci rappresentanti la Via
Crucis. Vicino alla chiesa del Crocifisso ha sede il cimitero, condiviso dai
comuni di Pulsano e Leporano nato nel 1820 e intitolato all'ex parroco don
Bruno Falloni.
Chiesa
Stella Maris, a Marina di Pulsano, presso la quale il 15 agosto di ogni anno si
organizzano fuochi artificiali ed una processione di barche in mare
trasportanti una statua della Madonna. La chiesa fa parte della vicaria di
Pulsano e ospita regolari funzioni liturgiche durante l'intero anno.
Chiesa
Madonna del Pescatore, antica cappella votiva che veniva utilizzata per
celebrazioni funebri e dove vi avevano luogo dei festeggiamenti per l'arrivo
della primavera; qui venivano anche istruiti all'uso delle armi i giovani
carbonari.
Chiesetta
del campeggio, costruita negli anni settanta all'interno dello storico
campeggio di Lido Silvana e sopravvissuta all'incendio del 2001.
Monumento
ai Caduti della seconda guerra mondiale.
diverse
necropoli.
statua
di San Pio, in Piazza San Pio.
abitazione
di Don Benedetto Calati.
Architetture civili
Palazzo
Giannone, residenza privata ottocentesca, appartenuta all'omonimo 8 volte
sindaco, che è sede della Pro Loco di Pulsano, del SER (Servizio Emergenza
Radio) e che ospitò, per un lungo periodo, la Biblioteca Comunale di Pulsano,
ora sita in Municipio.
Palazzo
"Pavese".
Palazzo
"Sannino".
Mulino
Scoppetta, riconosciuto monumento nazionale con D.M. del 10 gennaio 2001, ha
prodotto farina e pasta dal 1879, anno in cui Francesco Scoppetta lo costruì,
al 1970. Al centro di un territorio dedito all'agricoltura, fece di Pulsano,
assieme ad Altamura, la capitale pugliese della molitura del grano. Il mulino,
che detiene numerosi riconoscimenti, è stato riconosciuto bene archeologico
dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali poiché è l’unico e più noto esempio in
Italia di mulino a cilindri che conserva ancora tutti i macchinari all'interno,
e tutti in buone condizioni. Nella globalità, tuttavia, l'edificio storico
presenta un forte degrado, del quale si è da tempo interessato il CNR, pur
nella generale abulia istituzionale locale.
Museo
dell'Arte Contadina "Papale", appena fuori il rione Crocifisso, nei
pressi dell'omonima cappella.
Teatro
Andrea De Marco (o "Palatrappito"), recentemente ristrutturato.
antico
acquedotto, appena fuori il rione La Lupara.
antiche
masserie.
frantoio
(trappitu) abbandonato in alcune grotte sotterranee in rione Scorcora. In
passato, vi sono state storie di morte e sangue.
aviosuperficie
di Monticchio, sede del Circolo di Aviazione Sportiva Monticchio e di un
circuito ippico.
Architetture militari
Località
"Lido Silvana", Marina di Pulsano
Località
"Le Canne", Marina di Pulsano
Castello
De Falconibus. Situato al centro ideale del paese si trovava nell'angolo
nord-est delle antiche mura pulsanesi, con l'entrata rivolta ad ovest, sulla
piazza. Si sviluppa su 3 piani e ha pianta quadrangolare e 5 torri di diverse
basi e dimensioni. Il castello era inizialmente formato dalla sola Torre
Quadrata (o Torre Massima) che attualmente si affaccia su Piazza Castello ed
era adibito a tenuta di caccia. Nel 1100 d.C. la popolazione locale,
probabilmente spinta dalle continue scorribande dei pirati, si spostò dalla
costa verso l'interno e trovò rifugio nella torre, non visibile dalla costa. I
De Falconibus acquistarono la torre semifatiscente e ampliarono lo stabile
costruendo le altre 4 torri (tutte differenti). Nel 1274 il castello e il feudo
erano possesso della famiglia Sambiasi, nel 1350 passarono a F.
Dell'Antognietta che, successivamente, vendette il castello ad Ercole Petugy,
che ricostrui la Torre Quadrata.
Ci fu, successivamente, il ritorno dei De
Falconibus che, dopo la distruzione del castello avvenuta nel 1388, iniziarono
a ricostruirlo nel 1400, terminando i lavori nel 1435. Per questo motivo,
tuttora il castello è chiamato "Castello De Falconibus". Da qui parte
un sottopassaggio (ora murato) che lo collega al castello di Leporano e al
mare. Il castello, passato nelle proprietà dei Muscettola dopo essere stato
possesso di altre famiglie, era munito di un fossato e di un ponte levatoio. Ai
primi dell'ottocento, per volere di Gioacchino Murat i tre cannoni che vi erano
ospitati furono trasferiti a Taranto per essere impiegati nella difesa della
città contro gli spagnoli. Nel 1819 il principe Giovanni Muscettola cedette in
affitto l'area del fossato ad alcune famiglie che lo usarono come orto.
Tale
circostanza persiste ancora oggi, in quanto le mura a nord e a est, assieme tre
delle cinque torri risultano totalmente inglobate nel tessuto delle proprietà
adiacenti, nascoste dalle loro pareti. Anzi, sino agli anni novanta anche parte
della cinta a Sud risultava nascosta, essendo utilizzata da appoggio per una
piccola costruzione di inizio '900, sede fino agli anni sessanta del telefono
pubblico, poi abbattuta. Il castello, acquisito al patrimonio comunale nel
primo Novecento grazie a Giovanni Giannone, che lo acquistò dopo la morte
dell'ultimo erede maschio dei Muscettola e lo donò al comune, conserva gli
stemmi dei De Falconibus e dei Muscettola ed è oggi adibito a mostre d'arte,
ospita il consiglio comunale (ha ospitato, per un paio d'anni, un presepe
vivente e, per molti anni, la sede comunale ora sita in altro edificio,
appositamente costruito, intitolato "L. Sturzo"). Conserva frammenti
di decorazioni pittoriche ed alcuni piccoli rilievi lapidei.
Torre
dell'Orologio e altri resti delle mura di Pulsano. La torre, costruita sulla
vecchia guardiola della Porta Maggiore iniziò a funzionare nel 1748, fu
distrutta dal terremoto del 1954 e, dopo l'iniziale ricostruzione che ne rimise
in sesto orologio e sistema campanario, fu ristrutturata nel 2006. Faceva parte
delle vecchie mura pulsanesi anche la torre sita tra le case di via Mulini
Vecchi.
Torre
Castelluccia, torre costiera d'avvistamento antisaracena sita a Marina di
Pulsano. È circondata dai resti delle abitazioni primitive del villaggio
protostorico.
Vedette
bunker in cemento armato realizzate lungo la costa durante le guerre mondiali.
Aree naturali
Bosco
Caggione, formato essenzialmente da pini d' Aleppo, è situato nell'omonima
contrada, presso la Marina di Pulsano, ed è un'area verde di vaste dimensioni,
estesa in passato dal Mar Piccolo fino alla zona di Monacizzo e contraddistinta
dalla presenza di volpi e lepri. La parte sottostante è attraversata dalla
Litoranea Salentina che delimitava le due zone di un campeggio che era tra i
più grandi d'Europa. Tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio dei sessanta
questo doveva essere inaugurato dall'attrice Silvana Pampanini, cosa che diede
alla zona il nome di Lido Silvana. Nel 2001 un incendio di veste proporzioni ha
distrutto interamente l'area bassa del bosco, dov'era sito il campeggio e molte
delle vecchie e nuove ville e seconde case private; la parte alta, invece, si è
salvata. L'area bassa è stata tuttavia teatro di una straordinaria reviviscenza
di macchia mediterranea marina, biotipo autoctono come la foresta di pini
d'Aleppo ma di presenza più rara. Il bosco ospita il più vecchio insediamento
preistorico rinvenuto finora nel Golfo di Taranto, un insediamento successivo
di epoca magno-greca e romana e Torre Castelluccia, fatta edificare dagli
spagnoli nel '500 per difendere la zona dagli attacchi saraceni.
Diverse spiagge:
·
grotte
in località Scorcora.
·
Siti
archeologici
·
villaggio
protostorico, resti sull'altopiano della Castelluccia.
·
insediamento
preistorico, resti in località Angalone.
·
tempio
dedicato a Dioniso, resti in località Stigliano.
·
due
ville romane, resti in località Lido Silvana.
·
strutture
portuali, resti in località Lido Silvana.
·
antiche
mura del porto, resti in località Luogovivo
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