Pulsano Cenni Storici


Pulsano 
Pulsàno (Puzànu o Pusànu in dialetto salentino) è un comune italiano di 11.163 abitanti situato nella parte salentina della provincia di Taranto, in Puglia, ed è il maggior centro dell'unione di comuni "Terre del Mare e del Sole". Pulsano è un comune costiero: il territorio comunale, infatti, è bagnato dal Mar Ionio e si affaccia sul Golfo di Taranto con una costa di 7,5 km circa. Il paesaggio è caratterizzato da viti e ulivi secolari. È, ad oggi, il più antico insediamento rinvenuto sul Golfo di Taranto[2]. Dopo l'epoca preistorica e dopo le dominazioni di greci (fece parte della Magna Grecia) e romani, conobbe l'egemonia di francesi e spagnoli, che ne hanno condizionato, come in tutto il Salento, la lingua. Le principali risorse economiche sono l'agricoltura e il turismo.
Posizione Geografica nella Provincia
Pulsano sorge nella parte salentina della provincia di Taranto, 20 km a sud-est dal capoluogo, in un'area pianeggiante compresa fra le Murge Tarantine, il Mar Ionio e il Tavoliere di Lecce. L'escursione altimetrica del territorio comunale è di 44 metri s.l.m. e il centro storico sorge ad un'altitudine di 37 metri. Comune costiero, sebbene il centro abitato disti circa 2 km dal mare, ha una costa frastagliata e ricca di piccole penisole (le "Sette Punte"), che formano a loro volta baie sabbiose. La marina un tempo ricca di vegetazione, dopo l'intensa urbanizzazione cui è andata incontro nel XX secolo si presenta ampiamente cementificata. Tra le aree naturali di pregio c'è la grande area boscata del "Bosco Caggione", che degrada sino a ridosso del mare. Quest'area, tuttavia, non è sopravvissuta a fenomeni urbanizzativi, avendo sofferto sin dagli anni settanta di un massiccio abusivismo di villette e seconde case, in parte sanato legalmente, che ne ha fortemente modificato il profilo naturalistico.

Confini
Il territorio comunale di Pulsano è delimitato a sud dal mar Ionio e confina a ovest e sud-ovest con Leporano, a nord-ovest con Taranto (tramite la frazione San Donato), a nord e nord-est con Faggiano e con la sua frazione San Crispieri, a est e sud-est con un'isola amministrativa del comune di Taranto (alcune zone della quale, come ad esempio i territori di Monticchio, Calapricello e Lido Checcha, sono in agro di Pulsano; altre zone sono in agro di Lizzano) che lo separa dal comune di Lizzano.

Spiagge
Spiagge di Pulsano
L'area della Marina di Pulsano è caratterizzata da un alternarsi di scogliere e cale sabbiose, le principali sono Luogovivo, La Fontana, Le Canne, Montedarena, Ospedale Capparone (o Villa Verde), Pezzarossa, Serrone, Lido Silvana (nel cui golfo è presente un isolotto scoglioso, raggiungibile anche a nuoto, e sulla cui spiaggia sono presenti ancora, seppur in minor numero rispetto al passato, esemplari di ginepro coccolone che pongono le loro radici tra la sabbia), Terrarossa e Lido Checca (ricadente in parte nella suddetta exclave del Comune di Taranto).

Idrografia
Il territorio comunale è attraversato da due modesti corsi d'acqua di natura sorgiva a carattere temporaneo: il canale Trigna, canalizzato nel tratto che attraversa il quartiere omonimo da cui sorge, sfocia in località La Fontana; il secondo corso d'acqua nasce alle spalle del Bosco Caggione e, passando attraverso esso e sotto la Litoranea Salentina, sfocia presso la spiaggia di Lido Silvana, antistante il bosco stesso. La risorgiva da cui sgorga quest'ultimo corso d'acqua è nota e riportata sulle carte dell'Istituto Geografico Militare con la denominazione di "Sorgente Cannedde".

Clima
Clima
L'inverno è generalmente mite e piovoso ma non sono infrequenti le irruzioni di aria fredda da nord (la cosiddetta "sirratina" delle ballate locali) e da est, che di rado arrecano precipitazioni nevose. Molto calda ed afosa l'estate, con valori che spesso raggiungono, e a volte superano, i 40 gradi. Le precipitazioni in estate sono rarissime.
Classificazione climatica: zona C
Sismicità
Classificazione sismica: zona 4 (sismicità molto bassa).Storia
Storia
Per approfondire, vedi le voci Storia della Puglia e Storia del Salento.
Le origini del toponimo
Pulsano Toponimo
Vi sono numerose ipotesi circa il toponimo "Pulsano", nato probabilmente in epoca romana o medioevale. L'ipotesi più accreditata sostiene che il termine "Pulsano" deriva da “ab insigni abitantium pulsu”, cioè dal polso forte degli abitanti, o da antichi tornei di polso sano (attualmente conosciuto come "gioco del braccio di ferro") che nobili e benestanti organizzavano in varie occasioni, come Natale, Pasqua o, a volte, nei periodi di vendemmia e mietitura, tra i soldati e i cittadini più forti. Inoltre sembra che l'uso di giocare al gioco del polso sia ancora più antico: si sostiene, infatti, che quando i greci approdarono in queste zone, già dai tempi della Magna Grecia, gli abitanti locali praticavano già questo gioco che, in seguito, nei secoli, fu praticato anche dai legionari pulsanesi per combattere la noia (tuttora in estate, durante la manifestazione "Polso Sano" si svolge un torneo di braccio di ferro tra i rioni pulsanesi per mantenere viva questa tradizione). 
Un'altra ipotesi è che il toponimo derivi dal nome latino Publicianus (o Plautius), uno dei patrizi romani che fece di questa località la sua residenza estiva (il nome del patrizio potrebbe anche essere stato Publicius che, con il suffisso -anus, che indica appartenenza, avrebbe dato il nome di "proprietà di Publicius" a questa terra). Anche secondo un'altra congettura furono i romani a chiamare il villaggio locale "Pulsanus"; prova di ciò è la frase "militis a pulsu Pulsanus dictus ubique" che indicava un eventuale presidio a difesa della marina o di Taranto. Il nome Pulsanus deriverebbe da "pulsus" (spingere, respingere) o "puls" (polso, inteso come forza, vigore), entrambi seguiti dal suffisso "-anus" (che riguardo alle città, indica possesso e, in questo caso, "Pulsanus" indicherebbe "della respinta" o "della forza"). Ancora, bisogna dire che il nome Pulsano potrebbe derivare da Pule, la porta dell'estrema zona a nord dell'abitato pulsanese (nell'attuale piana della contrada Stigliano) dove venivano impiccati i disertori. Un'ulteriore teoria sostiene che il nome della città sia da cercare nel nome latino fulix, folaga, in quanto il luogo in cui sorge attualmente il paese un tempo era una località paludosa, abitata appunto da folaghe. Dal nome fulix è derivato, sempre con il suffisso -anus citato in precedenza, il nome fulcianus, con cui si indicava il luogo delle folaghe. Per ragioni legate al dialetto, la f di fulcianus venne trasformata in p, divenendo Pulcianus e poi, per traslazione, la località divenne Pulsanus. Infine, altri sostengono, invece, che l'attuale nome Pulsano sia nato almeno nel 1409, prima data utile in cui si ha prova dell'esistenza del termine "Puluetzanon", indicante la zona corrispondente all'attuale Pulsano. Nel 1409, infatti, le terre di Puluetzanon furono lasciate da Gemma, vedova di un funzionario bizantino di Taranto, ai nipoti. 
Da precisare che più volte, nei vecchi testi, Pulsano è ricordata con il nome di "Pulzano", dalla quale derivano probabilmente i termini "puzanese" e "puzanisi", per definire gli abitanti del posto.
Età antica
Torre Castelluccia Pulsano
Fra il 1948 e il 1952 sull'altopiano della Castelluccia, vicino Lido Silvana, presso il litorale di Pulsano, è stato scoperto il più antico insediamento preistorico finora messo alla luce sul Golfo di Taranto,  risalente al XVI secolo a.C. e collocabile nell'età del bronzo[11]. I ritrovamenti dimostrano che gli abitanti di tale insediamento erano pescatori dediti anche all'agricoltura e avevano consolidate tradizioni culturali e religiose. Con l'arrivo di nuove popolazioni, fra l'XI e il X secolo a.C. la stessa area ospitò un nuovo insediamento, più precisamente nella limitrofa Lido Silvana, presente poi anche in epoca magno-greca e romana. Già prima che le coste della penisola italica entrassero nella sfera d'influenza delle poleis greche (conosciuta come Magna Grecia), il villaggio intratteneva rapporti commerciali con i popoli dell'Egeo come attestato dai numerosi ritrovamenti di ceramiche micenee. Il porto di Pulsano, però, non è stato mai ritrovato perché probabilmente sommerso; alcune tracce nello specchio d'acqua antistante Lido Silvana, però, farebbero pensare al ritrovamento dello stesso e sono attualmente allo studio e alla base, assieme alle strutture rilevate sulla terraferma, di un progetto museale e di parco archeologico; questo permetterà di stabilire con maggiore precisione il ruolo di Pulsano e del suo porto anche nelle successive epoche magno-greca e romana. Significativa anche la produzione ceramica locale, in particolare dei dolii, una sorta di giare analoghe a quelle diffuse negli insediamenti dell'Italia meridionale del bronzo finale, che avevano decorazioni di tipo egeo, miceneo e sub-miceneo. Sempre in epoca antecedente a quella magno-greca, qui sbarcarono gli Iapigi (qui in Salento chiamati Messapi), che non occuparono Pulsano, con la quale intrattenevano alleanze e rapporti commerciali. Intensa era l'attività commerciale, che fu anche alla base di numerosi conflitti dopo l'arrivo degli spartani che riuscirono a farsi spazio sulla costa a nord di Pulsano sottraendo ai messapi prima l'altopiano di Saturo, fondando l'omonima città, e poi il territorio dove avrebbero successivamente eretto Taranto. L'alleanza tra Pulsano, Saturo e messapi (stanziati nell'entroterra, dalle parti di Manduria e Oria) si oppose per diversi anni a Taranto, alleata a sua volta con gli Iapigi del centro-nord Puglia, ovvero Peucezi e Dauni. Dopo l'iniziale sconfitta, i pulsanesi, i messapi e gli abitanti di Saturo riuscirono, dopo 30 anni di sottomissione, a costringere i tarantini ad arretrare il loro campo d'azione fino alla loro isola. Dopo numerose lotte, susseguitesi ancora negli anni, si arrivò ad un'alleanza: Pulsano fu ridimensionata (diventando probabilmente un insediamento a difesa di Taranto) ed annessa così alla Magna Grecia mentre Saturo scomparve; entrambe le località, inoltre, diventarono sede di residenze estive di nobili tarantini. Si arrivò all'alleanza in quanto incombeva sulla zona la minaccia di Roma, che comunque riuscì, successivamente, a comprenderla nella propria sfera d'influenza. Il re dell'Epiro, Pirro, si servì del porto di Pulsano per sbarcare, con le sue truppe, a difesa della zona in questo periodo. Successivamente, sulla costa sorsero numerose villae romane, alcune delle quali tuttora visibili (come quella di Lido Silvana), in quanto i Romani, come precedentemente i Greci, fecero di Pulsano località di villeggiatura, godendo del mare e del vino locale. Nella zona marina, oltre al villaggio preistorico della Castelluccia con le sue necropoli con tombe "a grotticella" (ricavate cioè in piccole grotte, nel bosco retrostante) e al successivo insediamento di epoca magno-greca e romana di Lido Silvana con annessi resti di una villa romana (o, si pensa, di una struttura portuale) e di un mosaico romano scoperto casualmente nel 1964 da turisti tedeschi, sono stati ritrovati resti di due navi (una romana e l'altra, si presume, greca) e di una necropoli di mammuth, sempre nei pressi dei predetti insediamenti. Da ricordare anche Aulonia (che, secondo alcuni ritrovamenti, sorgeva nell'attuale località Luogovivo, sulla costa pulsanese) famosa per il suo vino ma della quale, tuttora, si sa ben poco. Infine, alcuni ritrovamenti nell'entroterra, nella zona ovest del paese, hanno attestato la presenza di un villaggio risalente alla preistoria, più precisamente al periodo del neolitico (intorno al 4000-6000 a.C.), in epoca antecedente rispetto ai suddetti villaggi sul mare.
Medioevo
Medioevo
Nell'entroterra, il castello, inizialmente formato dalla sola Torre Quadrata (o Torre Massima) che attualmente si affaccia su Piazza Castello, era adibito a tenuta di caccia. Nel 1100 la popolazione locale, probabilmente spinta dalle continue scorribande dei pirati, si spostò dalla costa verso l'interno e trovò rifugio dapprima nella zona corrispondente all'attuale rione Scorcora (ove vi sono grotte sotterranee) e poi nell'allora unica torre del castello, non visibile dalla costa. Proprietà di diverse famiglie durante gli anni, il castello "De Falconibus" prende il nome dalla famiglia che lo ha ampliato e portato alle dimensioni attuali (a volte ricordata come "delli falconi" o "de li falcuni"). Nel 1326 Renzo De Falconibus morì durante la difesa di Pulsano da un assalto in un tratto di costa che da allora si chiama Terrarossa, in ricordo del sanguinoso evento. Nel 1480 le truppe pulsanesi, capitanate da Giovanni Antonio Delli Falconi (figlio di Marino, colui che portò il castello all'attuale stato), partecipò alla spedizione ad Otranto per difendere il Salento dagli attacchi dei turchi. 
Giovanni Antonio Delli Falconi fu incaricato dal re di Napoli, assieme al tarantino Francesco Zurlo, di prendere il comando della situazione ad Otranto. Dopo aver tentato di affrontare la minaccia turca (numericamente eccessivamente superiore) e dopo aver tentato di trattare la pace, i 2 capitani decisero di chiudere la cittadinanza in città e tentare la resistenza. Dopo 2 settimane, Otranto cedette e i turchi la conquistarono. Tra i tantissimi morti vi furono anche i 40 soldati pulsanesi, compreso il rampollo De Falconibus (a cui successe suo fratello Cosimo, o "Cosma", De Falconibus; l'altro fratello, Raffaele, era ambasciatore degli aragonesi in Francia). La città fu liberata solo un anno dopo, l'8 settembre 1481, giorno in cui a Pulsano si festeggia la Madonna dei Martiri, in ricordo dei pulsanesi morti lì. Sempre nel 1481, il già gravemente malato sultano ottomano Maometto II fece recapitare, prima della sua morte, una statua della Madonna dei Martiri al castello di Pulsano in onore al gesto eroico compiuto dai pulsanesi ad Otranto; quella statua è ancora onorata e portata in processione oggigiorno assieme a quella di San Trifone durante i festeggiamenti per le festività patronali. Nel 1980 le autorità pulsanesi incontrarono quelle otrantine per ricordare i martiri di quell'epica vicenda. 
Ad Otranto, nel centro storico, vi è inoltre una via intestata a Giovanni Antonio Delli Falconi, di fronte ad una via intestata all'altro capitano, il tarantino Francesco Zurlo. Sul finire del XVI secolo gli spagnoli edificarono una torre di avvistamento costiera denominata "Torre Castelluccia", sull'altopiano che porta lo stesso nome. Questa torre, insieme alle altre fatte edificare dagli spagnoli, fu costruita come difesa dall'incombente rischio di invasioni saracene. Fece parte dell'Impero Bizantino (VI-XII secolo d.C.) e successivamente del Principato di Taranto all'interno del Regno di Sicilia (XII secolo - 1262) prima e del Regno di Napoli (1262-1816) poi.
Età moderna e contemporanea
Terra d'Otranto
Moderna
Nel 1647 la popolazione si rivoltò contro i Muscettola (che nel 1617 avevano acquistato il feudi di Pulsano e della contigua Leporano) per le alte imposte; questo evento è noto, nei libri di storia locale, come "rivoluzione pulsanese". L'epidemia di peste del 1656 ridusse significativamente la popolazione. I violenti terremoti del 5 agosto 1742 e del 20 febbraio 1743 furono probabilmente la causa del definitivo abbandono degli insediamenti costieri (in mare vi sono tracce di vecchie pavimentazioni). Tra il Settecento e l'Ottocento nei territori di Pulsano e Leporano si sviluppò notevolmente la cotonicoltura; in questo periodo sorsero molte norie (dette 'ngegne nel dialetto locale), strutture ancora visibili dotate di impianti di sollevamento idrico a trazione animale. Pulsano ebbe anche una propria costituzione che fu promulgata dal principe Giovanni Antonio Muscettola spinto dagli accesi ideali patriottici dei pulsanesi, dovuti ad un assetto carbonaro piuttosto consolidato nella cittadina. Giovanni Giannone, sindaco per otto volte, salvò a sue spese la cittadina dal colera, acquistando quintali di calce da spargere per tutto il paese come antisettico. 
A livello statale, passò dal Regno di Napoli al Regno delle Due Sicilie (1816-1860) e, poi, al Regno d'Italia, l'attuale Repubblica Italiana (1860-oggi). Con l'eversione della feudalità nel Regno di Napoli (1806), fu istituito il comune di Pulsano, che fino al 1820 comprese anche l'abitato di Leporano[18] Prima che, nel 1860, circondari e distretti fossero aboliti, Pulsano faceva parte del circondario di San Giorgio all'interno del distretto di Taranto nella Provincia di Terra d'Otranto (poi Provincia di Lecce). Nel 1923 Pulsano entrò a far parte dell'istituenda Provincia dello Jonio (dal 1951 provincia di Taranto), ricavata proprio dall'abolito distretto di Taranto. 
Quando, in assemblea costituente, si stabilì per la prima volta la nascita dell'ente "regione", la Puglia e il Salento erano divise e Pulsano faceva parte di quest'ultima; poi, all'attuazione vera e propria delle regioni, la regione Salento venne annessa alla Puglia (con conseguenti tentativi, negli anni, di separazione). Il 25 giugno 2001 un incendio ha devastato 48 ettari del Bosco Caggione di Lido Silvana, distruggendo molte abitazioni e alcuni esercizi commerciali e colpendo l'intero settore turistico della cittadina.
Simboli
Stemma di Pulsano
Il nuovo stemma cittadino differisce dal vecchio, oltre che per la rivisitazione degli elementi interni allo scudo (che non sono cambiati, ma sono stati ridisegnati), per la corona: non più quella a coda di rondine, caratteristica dei comuni ordinari, ma quella turrita con 5 torri visibili, spettante ai comuni insigniti del titolo di città. Le caratteristiche dello stemma e del gonfalone del Comune sono le seguenti:

Lo stemma del Comune di Pulsano è costituito da uno scudo sormontato da un'aurea corona regale. Lo scudo illustra un cielo azzurro su campo verde sul quale insistono tre fiori: un gladiolo giallo, un papavero rosso a centro ed una margherita bianca. Sul papavero volteggia un'ape. Dalla parte superiore dello scudo pendono tre ciliege.
Il gonfalone è costituito da panno bianco ed ha la forma di un trapezio rettangolo, il lato verticale adiacente agli angoli retti è frastagliato, a greca, mentre il lato obliquo, opposto, è suddiviso in cinque parti uguali dando luogo a tre greche: due laterali ed una centrale. Al centro del gonfalone c'è lo stemma del Comune decorato ulteriormente, lungo i due laterali, da due fronde: una di ghianda e l'altra di mirtillo, legate ai piedi da un fiocco di nastro rosso. La corona è sormontata dalla scritta: Comune di Pulsano.

Onorificenze
corona
Titolo di Città
Monumenti e luoghi di interesse

Architetture religiose
Chiesa S. Maria La Nova Pulsano
Chiesa di Santa Maria La Nova, è la chiesa madre e l'unica chiesa parrocchiale cittadina, proclamata "santuario mariano" l'11 febbraio 1948, anniversario delle apparizioni mariane a Lourdes. Nell'interno si trova infatti una riproduzione della grotta di Lourdes, realizzata nel 1933 (terminata l'11 febbraio dello stesso anno) come voto del dottor Delli Ponti, che vi fu a lungo sepolto. Tuttora, l'11 febbraio, è festa cittadina. La chiesa ha un alto campanile, unico nella zona, inaugurato il 30 marzo 1980, realizzato, in sostituzione del vecchio modesto campanile, per opera del parroco, don Franco Limongelli, atto a segnalare il santuario a tutto il circondario. La struttura è stata recentemente ristrutturata. Nella chiesa vi sono anche un cappellone in onore a San Trifone (protettore del paese) e numerose statue, sistemate in nicchie sopraelevate. La chiesa di Santa Maria La Nova fu costruita a partire dal 1838 (e affrescata dal Carrino) utilizzando materiali della vecchia chiesa madre di Pulsano "Madonna del Carmine" e fu soggetta per 2 volte ad incendi: nel 1882 e nel 1957. Nei pressi della chiesa di trova una necropoli precedente all'istituzione del cimitero comunale a Pulsano.
Convento dei Padri Minori o Riformati - palazzo della cultura, risale al settecento e contiene dipinti, statue e una raccolta di pupi siciliani, che in passato davano vita, sempre in convento, ad un presepe. Nel convento, che ha forma quadrangolare e che ha l'entrata rivolta ad ovest, è presente un affresco dell'ultima cena sito nel refettorio, occupante un'intera parete e dipinto nel 1727 da Giuseppe Bianco. Il convento, che inizialmente era una fortezza, si sviluppa su due piani ed è dotato di un pozzo, che per anni ha servito la cittadinanza pulsanese. Il convento un tempo ospitava le suore Stimmatine, ora stanziate a Marina di Pulsano ma pronte a farvi ritorno ultimati i lavori di ristrutturazione. Dopo la recente fase di restauro, infatti, sarà presto riconsegnato alla cittadinanza e sembra che fungerà da contenitore per le associazioni culturali locali. In progetto, inoltre, un museo al suo interno che possa contenere i ritrovamenti degli insediamenti costieri pulsanesi (quelli attualmente conservati presso il Museo Archeologico Nazionale di Taranto e quelli che potrebbero essere riportati alla luce grazie a questo progetto) ed una sala multimediale con ricostruzioni storiche degli stessi abitati[12]. Inoltre, vi avranno luogo manifestazioni culturari, vi sarà trasferita la biblioteca comunale ed alcuni locali saranno adibiti a foresteria. Sarà ripristinata, inoltre, la funzione liturgica della chiesa e dell'adiacente sacrestia, sospese negli anni ottanta con l'avvio del restauro.
Chiesa di Santa Maria dei Martiri, annessa al convento, fu costruita nel 1518 e dedicata al martirio dei pulsanesi ad Otranto nel 1480 (inoltre a Pulsano si festeggia la Madonna dei Martiri che, assieme a San Trifone, è la protettrice del paese proprio dai tempi di quell'infausto evento). La chiesa, situata sul lato sud del convento, ospita un'icona della Madonna col Bambino; questa icona proviene dalla vecchia chiesa, distrutta intorno al 1100.
Chiesa della Confraternita del SS. Sacramento (o dell'Oratorio), nel centro storico. È dotata di un piccolo campanile e si trova accanto al luogo dov'era situata la vecchia chiesa madre "Madonna del Carmine", ora non più presente, sotto la quale vi è ancora una vecchia necropoli.
Chiesa della Confraternita del Carmine (o del Purgatorio), nel centro storico. È dotata di un piccolo campanile e qui sono conservate le statue che una volta l'anno, durante la settimana santa, danno vita ad una processione di misteri. È il più vecchio luogo sacro pulsanese e qui vennero benedetti i martiri d'Otranto, nel 1480, prima di partire. Ospita la confraternita omonima che organizza ogni anno la suddetta processione e la festa della Madonna del Carmine, il 16 luglio. La Confraternita fu fondata nel 1687, ma già dal 1684 vi sono tracce dell'esistenza della chiesa.
Chiesa del Santissimo Crocifisso, con annesso orto botanico, in periferia, meta di pellegrinaggio durante i venerdì di marzo da parte di fedeli che giungono a piedi dai paesi vicini. Questo avviene perché una leggenda vuole che un antico ex-soldato, che aveva in custodia la chiesa, trovò, al suo ritorno da un'escursione a Martina Franca, un crocifisso ligneo all'interno della chiesa. Tale crocifisso, di ignoto autore, risale al XV secolo ed è attualmente sito in chiesetta, costruita nel 1840 sull'antica cappella quattrocentesca di San Nicola e che, nel piazzale antistante, vi sono 7 croci rappresentanti la Via Crucis. Vicino alla chiesa del Crocifisso ha sede il cimitero, condiviso dai comuni di Pulsano e Leporano nato nel 1820 e intitolato all'ex parroco don Bruno Falloni.
Chiesa Stella Maris, a Marina di Pulsano, presso la quale il 15 agosto di ogni anno si organizzano fuochi artificiali ed una processione di barche in mare trasportanti una statua della Madonna. La chiesa fa parte della vicaria di Pulsano e ospita regolari funzioni liturgiche durante l'intero anno.
Chiesa Madonna del Pescatore, antica cappella votiva che veniva utilizzata per celebrazioni funebri e dove vi avevano luogo dei festeggiamenti per l'arrivo della primavera; qui venivano anche istruiti all'uso delle armi i giovani carbonari.
Chiesetta del campeggio, costruita negli anni settanta all'interno dello storico campeggio di Lido Silvana e sopravvissuta all'incendio del 2001.
Monumento ai Caduti della seconda guerra mondiale.
diverse necropoli.
statua di San Pio, in Piazza San Pio.
abitazione di Don Benedetto Calati.
Architetture civili
Palazzo Giannone, residenza privata ottocentesca, appartenuta all'omonimo 8 volte sindaco, che è sede della Pro Loco di Pulsano, del SER (Servizio Emergenza Radio) e che ospitò, per un lungo periodo, la Biblioteca Comunale di Pulsano, ora sita in Municipio.
Palazzo "Pavese".
Palazzo "Sannino".
Mulino Scoppetta, riconosciuto monumento nazionale con D.M. del 10 gennaio 2001, ha prodotto farina e pasta dal 1879, anno in cui Francesco Scoppetta lo costruì, al 1970. Al centro di un territorio dedito all'agricoltura, fece di Pulsano, assieme ad Altamura, la capitale pugliese della molitura del grano. Il mulino, che detiene numerosi riconoscimenti, è stato riconosciuto bene archeologico dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali poiché è l’unico e più noto esempio in Italia di mulino a cilindri che conserva ancora tutti i macchinari all'interno, e tutti in buone condizioni. Nella globalità, tuttavia, l'edificio storico presenta un forte degrado, del quale si è da tempo interessato il CNR, pur nella generale abulia istituzionale locale.
Museo dell'Arte Contadina "Papale", appena fuori il rione Crocifisso, nei pressi dell'omonima cappella.
Teatro Andrea De Marco (o "Palatrappito"), recentemente ristrutturato.
antico acquedotto, appena fuori il rione La Lupara.
antiche masserie.
frantoio (trappitu) abbandonato in alcune grotte sotterranee in rione Scorcora. In passato, vi sono state storie di morte e sangue.
aviosuperficie di Monticchio, sede del Circolo di Aviazione Sportiva Monticchio e di un circuito ippico.
Architetture militari
Località "Lido Silvana", Marina di Pulsano
Località "Le Canne", Marina di Pulsano
Castello De Falconibus. Situato al centro ideale del paese si trovava nell'angolo nord-est delle antiche mura pulsanesi, con l'entrata rivolta ad ovest, sulla piazza. Si sviluppa su 3 piani e ha pianta quadrangolare e 5 torri di diverse basi e dimensioni. Il castello era inizialmente formato dalla sola Torre Quadrata (o Torre Massima) che attualmente si affaccia su Piazza Castello ed era adibito a tenuta di caccia. Nel 1100 d.C. la popolazione locale, probabilmente spinta dalle continue scorribande dei pirati, si spostò dalla costa verso l'interno e trovò rifugio nella torre, non visibile dalla costa. I De Falconibus acquistarono la torre semifatiscente e ampliarono lo stabile costruendo le altre 4 torri (tutte differenti). Nel 1274 il castello e il feudo erano possesso della famiglia Sambiasi, nel 1350 passarono a F. Dell'Antognietta che, successivamente, vendette il castello ad Ercole Petugy, che ricostrui la Torre Quadrata. 
Ci fu, successivamente, il ritorno dei De Falconibus che, dopo la distruzione del castello avvenuta nel 1388, iniziarono a ricostruirlo nel 1400, terminando i lavori nel 1435. Per questo motivo, tuttora il castello è chiamato "Castello De Falconibus". Da qui parte un sottopassaggio (ora murato) che lo collega al castello di Leporano e al mare. Il castello, passato nelle proprietà dei Muscettola dopo essere stato possesso di altre famiglie, era munito di un fossato e di un ponte levatoio. Ai primi dell'ottocento, per volere di Gioacchino Murat i tre cannoni che vi erano ospitati furono trasferiti a Taranto per essere impiegati nella difesa della città contro gli spagnoli. Nel 1819 il principe Giovanni Muscettola cedette in affitto l'area del fossato ad alcune famiglie che lo usarono come orto. 
Tale circostanza persiste ancora oggi, in quanto le mura a nord e a est, assieme tre delle cinque torri risultano totalmente inglobate nel tessuto delle proprietà adiacenti, nascoste dalle loro pareti. Anzi, sino agli anni novanta anche parte della cinta a Sud risultava nascosta, essendo utilizzata da appoggio per una piccola costruzione di inizio '900, sede fino agli anni sessanta del telefono pubblico, poi abbattuta. Il castello, acquisito al patrimonio comunale nel primo Novecento grazie a Giovanni Giannone, che lo acquistò dopo la morte dell'ultimo erede maschio dei Muscettola e lo donò al comune, conserva gli stemmi dei De Falconibus e dei Muscettola ed è oggi adibito a mostre d'arte, ospita il consiglio comunale (ha ospitato, per un paio d'anni, un presepe vivente e, per molti anni, la sede comunale ora sita in altro edificio, appositamente costruito, intitolato "L. Sturzo"). Conserva frammenti di decorazioni pittoriche ed alcuni piccoli rilievi lapidei.
Torre dell'Orologio e altri resti delle mura di Pulsano. La torre, costruita sulla vecchia guardiola della Porta Maggiore iniziò a funzionare nel 1748, fu distrutta dal terremoto del 1954 e, dopo l'iniziale ricostruzione che ne rimise in sesto orologio e sistema campanario, fu ristrutturata nel 2006. Faceva parte delle vecchie mura pulsanesi anche la torre sita tra le case di via Mulini Vecchi.
Torre Castelluccia, torre costiera d'avvistamento antisaracena sita a Marina di Pulsano. È circondata dai resti delle abitazioni primitive del villaggio protostorico.
Vedette bunker in cemento armato realizzate lungo la costa durante le guerre mondiali.
Aree naturali
Bosco Caggione, formato essenzialmente da pini d' Aleppo, è situato nell'omonima contrada, presso la Marina di Pulsano, ed è un'area verde di vaste dimensioni, estesa in passato dal Mar Piccolo fino alla zona di Monacizzo e contraddistinta dalla presenza di volpi e lepri. La parte sottostante è attraversata dalla Litoranea Salentina che delimitava le due zone di un campeggio che era tra i più grandi d'Europa. Tra la fine degli anni cinquanta e l'inizio dei sessanta questo doveva essere inaugurato dall'attrice Silvana Pampanini, cosa che diede alla zona il nome di Lido Silvana. Nel 2001 un incendio di veste proporzioni ha distrutto interamente l'area bassa del bosco, dov'era sito il campeggio e molte delle vecchie e nuove ville e seconde case private; la parte alta, invece, si è salvata. L'area bassa è stata tuttavia teatro di una straordinaria reviviscenza di macchia mediterranea marina, biotipo autoctono come la foresta di pini d'Aleppo ma di presenza più rara. Il bosco ospita il più vecchio insediamento preistorico rinvenuto finora nel Golfo di Taranto, un insediamento successivo di epoca magno-greca e romana e Torre Castelluccia, fatta edificare dagli spagnoli nel '500 per difendere la zona dagli attacchi saraceni.
Diverse spiagge:
·        grotte in località Scorcora.
·        Siti archeologici
·        villaggio protostorico, resti sull'altopiano della Castelluccia.
·        insediamento preistorico, resti in località Angalone.
·        tempio dedicato a Dioniso, resti in località Stigliano.
·        due ville romane, resti in località Lido Silvana.
·        strutture portuali, resti in località Lido Silvana.
·        antiche mura del porto, resti in località Luogovivo



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