mercoledì 12 giugno 2013

GOVERNARE SOTTO LE STELLE

Paese
C’era una volta tanto tempo fa in un paesino di una lontana nazione  del sud, un gruppetto di ragazzi che decise di ribaltare le sorti avverse del loro amato paese dal tiranno che lo governava. Non sapendo sotto che stendardo nominarsi, si accordarono insieme a guardare il cielo e meditare. La serata era splendida, limpida e fresca. 

Dopo un’ora circa, quello che sembrava il più intraprendente ruppe il silenzio con la seguente frase:  
CHE BELLO SAREBBE GOVERNARE SOTTO LE STELLE! Tutti gli altri sentita questa poetica frase, si commossero e capirono che il loro gruppo lo potevano denominare GOVERNARE SOTTO LE STELLE. Il problema però sorse quando il saggio ombra del gruppo, un signore un pò goffo nell’aspetto e nel linguaggio si oppose. 

Lo scopo del suo intervento era quello di avere rilevanza dicendo con tutta la sua saggezza ombra: Nessuno a pensato al numero di stelle, io ne proporrei dieci come le dita di due mani. Un altro che sembrava apparentemente intelligente, replicò: non sarebbe meglio le dita di una sola mano, a qualcuno gli potrebbe mancare qualche dito e si potrebbe offendere, inoltre una la teniamo occupata, l’altra la possiamo usare per…..

Quella del saggio ombra e dell’intelligentone fu una discussione animata, ma alla fine l’intelligentone la spuntò quando spiegò dettagliatamente cosa avrebbero fatto con l’altra mano. Per meglio valutare tale proposta come da regolamento interno, la misero ai voti. Vinse l’intelligentone, ma capì dai voti avversi che il saggio si era creato il suo manipolo di adepti.

Il gruppetto trovato il nome e il simbolo per il vessillo cominciò il suo avventuroso viaggio. Si riunivano nel castello di un vassallo esiliato un certo Delli Falconi, che per la sua generosità lo offriva come circolo agli anziani del paese. Cominciarono a discutere su come creare i ruoli all’interno del gruppetto atti a preparare lo schieramento alla battaglia. Nei mesi successivi come nelle attuali soap opera, non era cambiato nulla, perdersi una riunione non comprometteva il filo dei contenuti, perché erano sempre gli stessi, praticamente nulli. 

Le proposte sensate non mancavano, queste ultime venivano prontamente procrastinate perché ritenute di poca importanza. Quello che contava principalmente era il vuoto. Ad ogni modo tra l’ideatore del nome e il saggio ombra si creò un’alleanza per far sopravvivere il gruppetto d’illusi. Dopo il niente finalmente i cavalieri che si erano proposti alla battaglia si formò. Il saggio ombra, molto furbo si defilò dalla sua candidatura con una diciamo credibile scusa, pensò che era meglio far morire gli altri nella battaglia. Si fece sostituire da un lontano parente, e sparì nella nebbia. 

L’ispiratore del nome del gruppetto agguerrito, preparava con passione un piano per combattere i mulini a vento che si dovevano affrontare convinto di dover vincere a tutti i costi. Le armi come il suo comando erano spuntate e questo per il saggio ombra fu un vantaggio perché da li a poco avrebbe usato questo deterrente per avanzare nella sua posizione pur non facendo nulla. Il plotone equipaggiato come quello borbonico di Francischiello sembrava pronto a sferrare il suo attacco. Qualcosa però ancora non funzionava, il gruppetto preso alla lettera il motto uno vale come l’altro si fregiò di gradi identici, comandavano tutti e nessuno, non si riuscivano a schierare in campo, erano come i ragazzini dell’oratorio locale che ricorrevano tutti insieme la palla in un gioco con i piedi che col passare del tempo diventò famoso sotto il nome di calcio. 

Preso dai mille impegni a buona ragione l’ideatore del nome senza consultare nessuno, cercò fuori dal paese un sargente di ferro per organizzare in qualche modo il suo piccolo plotone. Il sargente appassionato a tali incarichi acconsentì, cominciando da subito il suo lavoro. Grazie a lui le pedine anche se malo modo si collocarono sulla scacchiera. Tutti presi dall’entusiasmo seguirono le indicazioni del sargente eccetto qualcuno. Quest'ultimo non conoscendo le abitudini locali, cercò di esprimere la sua idea cercando di dare una mano al plotone fuori dalle sue mansioni di sargente, questo compromise la sua posizione. Infatti gli adepti del saggio ombra che si chiamava Mangiafuoco gli riferirono i fatti enfatizzandoli mettendoci del loro, pur di compiacerlo. 

Il saggio ombra allora uscì dalla nebbia per tirare le orecchie al sargente, screditandolo così dalla sua mansione. Ad ogni modo i giochini erano stati fatti, i fili erano stati applicati, si capì subito che Mangiafuoco lavorava nell’ombra. Tra un lamento e un guizzo di entusiasmo il gruppetto giunse alla fase finale. Armati in modo fantozziano si schierarono sul campo di battaglia. Prima della battaglia qualche illuso del G.S.L.S. era convinto di vincere, un'altro azzardò l’ipotesi che chi avrebbe ucciso più nemici avrebbe governato il paesino, altri rimasero con i piedi ben piantati per terra e così via. 

La battaglia fu cruenta alcuni del Governiamo sotto le Stelle si mostrarono anche coraggiosi, ma il loro coraggio fu smorzato sicuramente da Mangiafuoco che da li a poco stava facendo i preparativi estivi di un grande teatro e non voleva grane. Questo timore, promulgato a regola d’arte, intimorì i suoi adepti e qualcun altro del gruppetto.

La battaglia terminò con una sconfitta epocale. I nostri poveri amici nonostante i pochi sforzi fatti, rimasero decisamente delusi. Decisero allora di riunirsi per capire la ragione della bruciante sconfitta e poter trovare colpevoli nel gruppo per scaricare la frustrazione. Mangiafuoco riapparse dalla grigia nebbia, e come tutti quelli che pensano solo ai cazzi propri, senza aver dato alcun contributo sensato, prese la parola come un eroe di guerra. Lo stesso, nel suo sacchetto fatto di pelle di scroto, inserito nella scatola cranica, nel tempo lo aveva riempito di palline di cacca fresca evacuata dal gruppetto. Insieme al suo letame mentale  lo avrebbe conservato meglio. 

Mangiafuoco
Nella sua requisitoria nei confronti del gruppo ogni tanto lanciava tali palline nei riguardi di chi lo riteneva in contrapposizione al suo nulla fare. Anticipava lanciando merda per non essere smerdato. Infatti le palline di cacca colpirono chi più si era dato da fare. Al contrario i suoi burattini e chi come lui non aveva fatto nulla furono risparmiati. Un pianto scrosciante interruppe la discussione, un adepto rosso in faccia e con gli occhi gonfi di rabbia, puntava il dito come un bambino che gli avevano rubato il biberon e non  avrebbe potuto mangiare per i prossimi cinque anni poichè a suo dire, non vi sarebbe stata affluenza di pellegrinaggio. Lo fece contro alcuni pur di far sentire il peso del suo pietoso lamento. Era veramente commovente. L'ideatore del nome venne sommerso dalle palline di merda, con la terribile accusa di aver pronunciato la parola tubista. In quell'epoca detta parola era sconosciuta e poteva suscitare scandali.

Ad ogni modo alcuni altri piccini esposero maldestramente le loro inutili e infantili scusette. L’ennesima proposta sensata rivolta nel sociale finalmente fu accolta. Tutti presi dai sensi di colpa cominciarono a sfornare idee grandiose per il futuro. Organizzare tende in piazza, raggiungere altre locande dove si riunivano altri gruppetti eccetera. Un inizio al nuovo sotto un buon auspicio, quello che poi doveva essere lo spirito del Governare sotto le stelle. Qualcuno tirò qualche baiocco dalla tasca credendo fermamente nella proposta, qualcun’altro no! Dopo circa due settimane, forse Mangiafuoco o un suo burattino balenò l’idea che i pochi baiocchi raccolti potevano servire per la causa del gruppetto. 

Discutendo per giorni in un palazzo di vetro decisero la scusa da trovare per non attuare l’ennesima proposta sensata. Finalmente la scusa arrivò:

NON SI PUO’ STRUMENTALIZZARE IL GOVERNARE SOTTO LE STELLE PER RACCOGLIERE FONDI VERSO IL SOCIALE.

Qual'è il nome della mente geniale di questa scusa?

MISTERO: A cosa serviranno i pochi baiocchi raccolti per il sociale?

Forse qualcuno del gruppetto ha già imparato dal vecchio volpone di Mangiafuoco come si fa la politica nell’ombra?

Meglio ci pensi Dio per la famiglia in sventura!!!!!

Giovanni Carrieri